Durante la Seconda Guerra Mondiale, a seguito dell’armistizio dell’8 settembre 1943, i militari italiani si trovarono di fronte a una scelta difficile: continuare a combattere a fianco della Germania nazista oppure affrontare la deportazione in campi di prigionia e lavoro forzato.
Chi fra questi ebbe il coraggio di rifiutarsi di combattere con i nazisti fu immediatamente disarmato e catturato per essere sottoposto ad un trattamento disumano nei campi di prigionia tedeschi.
La qualifica di IMI (“Internati Militari Italiani”) venne conferita da Hitler il 20 settembre 1943 ai militari italiani oppositori della Germania nazista.
Tale qualifica era finalizzata ad escludere i soldati italiani dalla Convenzione di Ginevra, privandoli in questo modo dei diritti accordati ai prigionieri di guerra.
Nei campi di prigionia, gli internati subirono umiliazioni e violazioni dei diritti umani: vennero privati di ogni effetto personale ad eccezione delle proprie divise, unico indumento che indosseranno sino alla liberazione.
Le condizioni di vita nei campi erano disumane: gli IMI non potevano lavarsi, non avevano cibo a sufficienza per sopravvivere ed erano sottoposti a lavori forzati nelle industrie, miniere e fabbriche del Reich.
Per i più fortunati, sopravvissuti alla prigionia, la liberazione giunse solo con la fine della Seconda Guerra Mondiale e la capitolazione del Terzo Reich.
Il rientro nella società fu estremamente difficoltoso, a causa delle precarie condizioni di salute fisica e mentale in cui versavano i militari.
Con l’introduzione dell’articolo 43 del decreto legge del 30 aprile 2022 n. 36, convertito con la legge n. 79 del 29.06.2022, il legislatore italiano ha istituito un fondo per la compensazione dei danni subiti dalle vittime di crimini di guerra e contro l’umanità commessi sul territorio italiano o a danno dei cittadini italiani per mano delle forze del Terzo Reich nel periodo compreso tra settembre 1943 e l’8 maggio 1945, offrendo così la possibilità agli IMI e ai loro eredi di ottenere un risarcimento economico.
Fra i soggetti danneggiati dai crimini di guerra descritti rientrano:
- gli IMI e gli internati ancora in vita che hanno subito la prigionia;
- gli eredi degli IMI e degli internati che sono subentrati nei diritti risarcitori vantati dagli IMI nei confronti della Germania nazista;
- i parenti degli IMI e degli internati deceduti in prigionia, che hanno subito la prematura perdita dei loro cari.
Delex ha assunto la rappresentanza di 235 famiglie di internati e militari e ha radicato quattro giudizi nei confronti della Repubblica Federale di Germania, di valore complessivo stimabile in oltre 10 milioni di euro, per il risarcimento dei danni patiti dagli IMI, dai loro eredi e dalle rispettive famiglie.