L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha sanzionato, per oltre un miliardo di euro, il gruppo Amazon per abuso di posizione dominante per aver favorito – attraverso una condotta riconducibile al c.d. “self-preferencing” – il proprio servizio di logistica, denominato Logistica di Amazon (Fulfillment by Amazon, c.d. “FBA”), presso i venditori attivi sulla piattaforma Amazon.it ai danni degli operatori concorrenti nei mercati rilevanti.
Secondo l’AGCM, Amazon ha condizionato all’utilizzo del servizio FBA l’accesso ad un insieme di vantaggi essenziali per ottenere visibilità e migliori prospettive di vendite su Amazon.it.
Tra questi spicca l’etichetta Prime, che consente di vendere più facilmente i prodotti che ne sono contraddisti ai consumatori aderenti all’omonimo programma di fidelizzazione. L’etichetta Prime consente, inoltre, di partecipare agli eventi speciali gestiti da Amazon (Black Friday, Cyber Monday, Prime Day) e aumenta la probabilità che l’offerta del venditore sia selezionata come “Offerta in Vetrina” e visualizzata nella cosiddetta Buy Box. Così facendo, Amazon ha, almeno in una prima fase, impedito ai venditori terzi di associare l’etichetta Prime alle offerte non gestite con FBA.
Con la sua condotta anticoncorrenziale, Amazon ha danneggiato:
- Gli operatori concorrenti di logistica per e-commerce, impedendo loro di proporsi ai venditori Amazon che volessero beneficiare dei vantaggi connessi al programma FBA, ovvero imponendo loro di erogare i propri servizi con modalità “conformi” a quelle della logistica di Amazon;
- I marketplace concorrenti, essendo i venditori che adottano la logistica di Amazon scoraggiati dall’offrire i propri prodotti su altre piattaforme online per non duplicare il costo dei magazzini;
- I venditori che hanno sottoscritto il programma FBA, in quanto la strategia adottata da Amazon ha limitato la loro libertà di scelta in merito all’operatore logistico più adatto alle loro esigenze commerciali;
- I venditori terzi che non hanno sottoscritto il programma FBA, che hanno subito lo svantaggio competitivo conseguente alle peggiori condizioni in termini di visibilità associate alla mancata sottoscrizione del programma proposto da Amazon;
- I consumatori, in quanto l’introduzione del programma FBA ha spinto i consumatori a comprare prodotti che non avrebbero necessariamente scelto in un mercato realmente concorrenziale.
Allo stato, il provvedimento dell’AGCM non è ancora definitivo. La società proprietaria della nota piattaforma di marketplace ha infatti impugnato il provvedimento sanzionatorio dinanzi al Giudice amministrativo.
Il Team di diritto antitrust di Delex sta tenendo monitorato il caso, ha già intrattenuto le prime interlocuzioni con alcuni soggetti potenzialmente danneggiati dalla condotta di Amazon e, tramite un importante studio di economisti, ha iniziato le indagini per la quantificazione degli effetti dannosi prodotti dalla condotta di Amazon sul mercato.