È legittimo il licenziamento comminato al lavoratore, che abbia ripetutamente offeso i propri responsabili e i vertici aziendali sui social networks?

Autore: Irene Maggi

21 Dicembre 2021

Con la recente sentenza n. 27939 del 13 ottobre 2021 la Corte di Cassazione ha riconosciuto come legittimo il licenziamento disciplinare disposto a carico del lavoratore, che nel testo di alcune e-mail e in un messaggio, pubblicato sul Social Network Facebook, esprimeva delle affermazioni offensive verso i propri diretti responsabili e i vertici aziendali.
La Suprema Corte, con il menzionato provvedimento, confermando quanto già statuito dalla Corte d’Appello di Roma, ha dunque rigettato il ricorso presentato da un ex dipendente (account manager) Tim, il quale sosteneva di essere stato indebitamente licenziato e contestava l’acquisizione, da parte datoriale, dei messaggi e del post pubblicato sulla pagina Facebook personale, trattandosi invero di comunicazione riservata e indirizzata esclusivamente a un numero ristretto di persone amiche.
Tuttavia i Giudici, ritenendo che la pubblicazione fosse avvenuta su un canale social e quindi idonea a una circolazione del messaggio tra un numero potenzialmente indeterminato di interlocutori, hanno respinto le contestazioni del lavoratore e hanno concluso per la legittimità del licenziamento per grave insubordinazione e comunque giusta causa, in conseguenza del carattere plurioffensivo delle dichiarazioni e dell’incompatibilità con la prosecuzione del rapporto lavorativo, per sopravvenuta compromissione del legame fiduciario tra il datore di lavoro e il dipendente.

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